Promuovere la creazione d’impresa: strategie per la competitività sostenibile
Sono lieto di condividere con voi il mio secondo contributo nell’ambito del Masterplan della Terra d’Otranto, promosso dall’Università del Salento. Questo lavoro si concentra su modelli imprenditoriali innovativi, concepiti per valorizzare le specificità territoriali e rispondere ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance), con l’obiettivo di rendere sostenibilità e innovazione leve concrete di crescita competitiva e resiliente.
Introduzione
L’impronta ecologica è oggi un parametro essenziale per valutare la sostenibilità delle attività sul territorio. La Terra d’Otranto, ricca di risorse ambientali e culturali, ha l’opportunità di diventare un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile, fondato sulla riduzione del consumo di risorse e sull’adozione di pratiche produttive responsabili. In questo scenario, il paradigma ESG rappresenta una guida concreta per imprese e istituzioni nel coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema.
Il ruolo delle imprese nella transizione sostenibile
Le imprese sono attori fondamentali per la transizione ecologica. Le nuove direttive europee, come il Green Deal e la Tassonomia Verde, pongono le basi per un’economia più sostenibile, richiedendo alle aziende l’adozione di pratiche coerenti con i principi ESG. Tra le azioni chiave:
- Efficientamento energetico e uso di fonti rinnovabili.
- Riduzione dei rifiuti e adozione di logiche di economia circolare.
- Scelta di fornitori sostenibili e ottimizzazione della supply chain.
- Adozione di certificazioni ambientali (ISO 14000, ISO 14064).
- Sviluppo della Blue Economy, nel rispetto dell’ecosistema marino.
Cresce, inoltre, l’interesse verso le Società Benefit, che integrano la sostenibilità nel loro DNA aziendale, riflettendo un cambiamento culturale già in atto nella regione.
Governance pubblica e sostenibilità
Le istituzioni locali possono e devono essere protagoniste del cambiamento, adottando politiche ambientali concrete e misurabili. Il principio DNSH (Do No Significant Harm) garantisce che gli interventi pubblici non compromettano l’ambiente. Alcune strategie operative:
- Promozione delle energie rinnovabili (es. pannelli solari su edifici pubblici).
- Politiche di gestione rifiuti e sostegno all’economia circolare.
- Valorizzazione del verde urbano e riqualificazione ambientale.
- Coinvolgimento attivo della cittadinanza nei processi decisionali.
L’adozione della norma ISO 37101, dedicata allo sviluppo sostenibile delle comunità, potrebbe rafforzare ulteriormente la coerenza e l’efficacia di tali politiche.
Settori chiave per il futuro della Terra d’Otranto
Per accelerare la transizione, è cruciale puntare su alcuni comparti strategici:
- Agricoltura sostenibile: filiere corte, riutilizzo dei sottoprodotti, innovazione green.
- Turismo responsabile: modelli di turismo slow, valorizzazione culturale e certificazioni ambientali.
- Energia pulita: sviluppo delle comunità energetiche e diffusione di impianti rinnovabili.
- Sostenibilità sociale: politiche di inclusione, parità di genere e tutela dei lavoratori.
Azioni prioritarie
- Sviluppare la Blue Economy, valorizzando le risorse marine in chiave sostenibile.
- Incentivare le rinnovabili, a partire dall’energia solare.
- Supportare le filiere agroalimentari locali per ridurre l’impatto ambientale.
- Favorire imprese sostenibili, in particolare le Società Benefit.
La Terra d’Otranto può diventare un modello di riferimento per il Mezzogiorno e l’intero Paese, dimostrando che uno sviluppo rispettoso dell’ambiente è non solo possibile, ma anche desiderabile e competitivo.
Leggi il mio contributo completo qui:
http://siba-ese.unisalento.it/index.php/placetelling/issue/view/2062
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