marco sponziello

Perché per la Moda (e non solo) serve un modello di distretto industriale ESG

Perché o il futuro si costruisce su modelli innovativi e sostenibili, oppure il futuro non c’è!

Il 28 aprile a Martina Franca abbiamo dato vita a un evento che rappresenta, per me e per tutti i partner che hanno lavorato al mio fianco, l’inizio di una trasformazione possibile: la nascita del primo distretto italiano della moda etica e sostenibile, ispirato ai criteri ESG e al modello delle Società Benefit.

Questa idea è maturata nel tempo, dal confronto continuo tra visioni diverse ma complementari: istituzioni, imprese, scuole, professionisti e associazioni. A lavorare con me, credendoci fin dal primo momento, sono stati partner fondamentali come l’Associazione Next Eu, Confindustria Taranto, la Fondazione Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Taranto, l’IPSSS FL Morvillo Falcone di Brindisi,  CNA Puglia, Nexum stp Spa, ed  Esgitalia.it, con il patrocinio della Città di Martina Franca. Senza questa rete, fatta di persone prima ancora che di sigle, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.

Abbiamo scelto Martina Franca come punto di partenza perché qui c’è un tessuto produttivo che già parla il linguaggio della qualità, del saper fare, della responsabilità. Ma serviva un passo ulteriore: trasformare questa vocazione in un vero e proprio modello distrettuale, capace di integrare sostenibilità ambientale, impatto sociale positivo e buona governance.

Uno dei momenti più toccanti della giornata è stata la sfilata degli studenti dell’IPSSS di Brindisi, guidati con passione dai docenti Daniele Maci e Anna Renna. Hanno creato abiti che raccontano una nuova idea di bellezza: quella che nasce dal rispetto per l’ambiente e per le persone. Per me è stato un segnale chiaro: il cambiamento sarà possibile solo se coinvolgiamo davvero le nuove generazioni.

Durante il convegno abbiamo affrontato temi cruciali come l’innovazione nel settore moda, la fiscalità delle Società Benefit, la leadership etica, il valore della tracciabilità, il design sostenibile. I contributi di professionisti come Fiorella Franco, Michele Occhinegro, Claudio Cavaliere, Irene Esposito, Emanuela Vitale, Serena Masini, Verdiana Toma e altri relatori hanno restituito un quadro ricco di stimoli, competenze e visioni operative.

Abbiamo parlato anche di Europa, di un orizzonte più ampio in cui far confluire questa esperienza: quello della European Benefit Company, una prospettiva in cui il modello italiano delle Società Benefit può diventare riferimento a livello comunitario.

Quello che cerchiamo è l’attivazione di un processo. Un progetto che, partendo da un territorio concreto come la Valle d’Itria, possa essere replicabile altrove, in Italia e in Europa. Un progetto che mette insieme innovazione, identità, formazione e sostenibilità, supervisionati dalla lente ESG.

Personalmente, credo che questo sia solo l’inizio. Porterò avanti questo lavoro con determinazione, insieme a chi vorrà unirsi a questa visione. Perché costruire un modello produttivo etico, competitivo e duraturo oggi non è solo una possibilità: è una responsabilità che dobbiamo assumerci, insieme.

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